PUCCINI, GIACOMO

Musicista italiano. Discendente da un'antica famiglia di organisti e maestri di cappella, fu avviato agli studi musicali dallo zio materno, F. Magi, e da C. Angeloni, un tempo allievi del padre. Nel 1880 si trasferì a Milano per proseguire gli studi al conservatorio sotto la guida di A. Bazzini e A. Ponchielli. Diplomatosi nel 1883, ottenne il primo successo teatrale con Le Villi (libretto di F. Fontana), breve opera di carattere fantastico e romantico rappresentata per la prima volta al teatro Dal Verme di Milano nel maggio 1884, su interessamento di A. Boito, A. Ponchielli e G. Ricordi. Quest'ultimo gli commissionò in seguito Edgar, ancora su libretto di F. Fontana, opera di tipo romantico che però non ottenne il successo sperato (Milano, 1889). L'opera successiva, Manon Lescaut, riduzione del romanzo dell'Abate Prévost, venne rappresentata a Torino nel 1893 e si avvalse del supporto librettistico di D. Oliva, ottenendo un notevole successo. Intanto Puccini si era trasferito a Torre del Lago, sul Lago di Massaciuccoli, dove, insieme ad altri artisti (in particolare G. Giacosa e L. Illica, che da allora diventarono i suoi librettisti di fiducia), fondò una sorta di circolo culturale. La prima della Bohème (Torino, 1896), vide il giovane A. Toscanini sul podio del direttore d'orchestra. Nel 1895 Puccini aveva iniziato la stesura della Tosca, che andò in scena al teatro Costanzi di Roma nel gennaio 1900, dividendo nettamente critica e pubblico, scettici i primi ed entusiasta il secondo. Sempre nel 1900 Puccini si recò a Londra per presenziare alla prima inglese della Tosca. Lì assistette alla messa in scena di un dramma di D. Belasco, Madama Butterfly, e decise di musicarlo, avvalendosi ancora di Illica e Giacosa. La prima dell'opera si tenne alla Scala di Milano nel febbraio 1904, ma si rivelò un fallimento; dopo alcuni rimaneggiamenti fu riproposta a Brescia, riscuotendo consensi entusiastici. Nel 1910 il Metropolitan di New York ospitò la prima di una nuova opera tratta da un altro dramma di D. Belasco, La fanciulla del West (libretto di G. Civimini e C. Zangarini), che si avvalse di un cast prestigioso composto dai cantanti Destinn, Caruso e Amato e dal direttore Toscanini. Sempre al Metropolitan venne rappresentato nel 1918 il Trittico, una trilogia formata da Il tabarro (libretto di G. Adami), Suor Angelica (libretto di G. Forzano) e Gianni Schicchi (libretto di G. Forzano, tratto dal XXX Canto dell'Inferno di Dante), l'unico a ottenere un generale consenso. Nel 1917 era andata in scena a Montecarlo La rondine (libretto di G. Adami), opera di successo minore. Puccini si trasferì da Torre del Lago a Viareggio, dedicandosi alla composizione di un'opera basata su un racconto di C. Gozzi, Turandot, sulla quale lavorò fino alla morte. Nel 1926 venne messa in scena la prima della Turandot (libretto di G. Adami e R. Simoni), rimasta incompiuta e terminata, in un secondo tempo, da F. Alfano (nel 2002 L. Berio elaborò un nuovo finale). Tra le altre opere si ricordano: due cantate, un mottetto, un Credo, una messa, un Requiem, l'Inno a Roma, una decina di liriche, solfeggi, un quartetto e pezzi sparsi per orchestra. La sua musica si caratterizza per una mescolanza di classicità (in questo senso Puccini rappresenta il degno successore di G. Verdi) e ricerca (forte è in lui l'influenza di musicisti come Debussy o Schönberg e di suggestioni impressioniste, crepuscolari e decadenti). In tutte le opere di Puccini, salvo che nell'unica opera buffa, Gianni Schicchi, il tema più importante è quello amoroso, destinato a risolversi in modo tragico (Lucca 1858 - Bruxelles 1924).